A fine 2008 abbiamo pubblicato un’intervista a Peter Kaiser, storico collaboratore di Michael Schumacher e mentore di Sebastian Vettel ai tempi del kart, con questo stesso titolo. Certo non potevamo prevedere che il giovane pilota tedesco nel giro di due stagioni, dopo aver vinto il suo primo GP a Monza, sarebbe diventato Campione del Mondo di F1. Ma oggi il titolo di quell’articolo pubblicato su Vroom di ottobre 2008 è quanto mai azzeccato...
Testo S.Murtas / foto GEPA Pictures, archivio Vroom
Ecco cosa diceva Peter Kaiser a proposito di Sebastian Vettel nel 2008, a ridosso della vittoria del Gran Premio d’Italia di Formula 1 sul circuito di Monza, che ne fece il pilota più giovane nella storia della F1 a vincere un GP.
“Sebastian è una persona estremamente cortese e normale – ci confida Peter - , che ha sempre fatto dell’umiltà il cardine della sua passione/professione. Non è una grande sorpresa per me vedere oggi Sebastian, ancora giovanissimo, affermarsi ai massimi livelli del motorsport. Ho sempre ritenuto che fosse un ottimo pilota e che avrebbe avuto le capacità per arrivare in Formula 1.”
E la sicurezza di Kaiser si spiega con la storia di Sebastian. Nel 1995 il padre gli compra il primo Minikart e si rende conto delle capacità del figlio, e lo incoraggia, spinto anche da Gerhard Noack, uno che ha l’occhio per i talenti del volante. Presto Noack lo segnala a Kaiser, che prende Sebastian nel suo team, allora KSN, e gli mette a disposizione un Tonykart/Vortex.
“Il bello di Sebastian è che lui lavorava con un telaio e due motori. Quello era il materiale a sua disposizione... Sapeva dare il massimo con ciò che aveva – ricorda Peter -. Mi piace ricordare questo aspetto perché deve essere da monito alle nuove leve, che presto, troppo presto, si lamentano del materiale senza pensare che il problema il più delle volte sta nel pilota. Sebastian era diverso. Non si è mai parlato di cambiare marca o team (altro monito alle nuove leve!) perché nonostante la sua giovane età, era consapevole che i miglioramenti li doveva cercare in se stesso. Per Vettel è sempre stato molto importante affinare lo stile di guida, imparare a migliorare la messa a punto del mezzo... Voleva vincere con il materiale che aveva!”
E così è stato. Sempre su Tonykart motorizzato Vortex, nel 2001 Sebastian taglia importanti traguardi, conquistando il Campionato Europeo JICA, il Campionato tedesco Junior e la Monaco Kart Cup.
>> Le qualità di Sebastian Vettel sono evidenti a tutti. Ma Peter ne individua una su tutte.
“Sebastian è un gran lavoratore. Non ha mai smesso di apprendere. Cerca sempre di migliorarsi sotto ogni punto di vista. E questo è un gran merito. Nel momento in cui un pilota pensa di aver imparato tutto, perde qualsiasi chance di arrivare (o rimanere) ai massimi livelli. Sebastian lo sa, e anche ora che è in F1, fa il suo meglio per imparare, migliorare se stesso e il suo mezzo. Ci sono molti buoni piloti che avrebbero la stoffa per arrivare in alto, ma al primo traguardo raggiunto si sentono subito appagati credendosi “arrivati” e al massimo della cognizione tecnico -agonistica, e quando qualcosa non va è colpa del mezzo o al team. Ma questo approccio è sbagliato, e alla lunga è controproducente.”
>> Ma Sebastian dove ha imparato questa mentalità?
"Non l’ha imparata da nessuno, è una predisposizione. Questo è il suo approccio alle corse, sa che per avere l’opportunità di stare in F1 deve essere sempre al top. Vuole costantemente cercare di migliorare in primo luogo le sue qualità di pilota - perché magari se non sei veloce dipende da come imposti una curva e non dal tuo mezzo! - e le sue capacità come collaudatore, perché se non hai un mezzo competitivo non vinci. Ha sempre guardato a Michael (Schumacher, ndr.) come punto di riferimento. E Michael ed io siamo sempre stati curiosi di vedere dove Sebastian sarebbe arrivato, benché ci rendemmo conto da subito del suo talento. Certo, era impossibile sapere con certezza che sarebbe arrivato in F1 e che avrebbe vinto, ma eravamo coscienti del suo talento già 10 anni fa.”
>> Avresti immaginato che sarebbe rimasto nel karting professionistico per soli tre anni?
“In realtà no. L’anno dopo che vinse l’europeo Junior, subito dopo aver concluso l’europeo ICA al sesto posto, la Red Bull, che lo aveva inserito nel suo programma di sviluppo di giovani talenti nel 1998, gli fece fare dei test sulle monoposto. Sebastian si comportò bene, la Red Bull ritenne che fosse pronto, e nel 2003 fece il salto partecipando al campionato di Formula BMW tedesco. Fare dei test sulle monoposto è un’opportunità che non si ripete tutti i giorni, quindi col senno di poi per Sebastian fu la scelta giusta. Anche se io, come d’altronde Michael, non consiglio di andare sulle monoposto troppo presto. Penso che un periodo di cinque anni di karting ad alto livello sia propedeutico e fondamentale per costruire delle buone basi su cui lavorare in futuro. Per Sebastian ha funzionato diversamente… È stata un’eccezione”.
Sebastian non perde tempo: finisce al secondo posto nel 2003 e conquista il titolo nel 2004, vincendo ben 18 gare su 20 e ottenendo 20 pole positions. Poi passa alla Formula 3 Euro Series, dove finisce quinto nel 2005 e secondo nel 2006. Nel 2007 fa il passo da gigante, sostituendo l’infortunato Kubica nel Gran Premio degli USA di Formula 1 per la BMW Sauber. L’ottavo posto alla bandiera a scacchi gli garantisce un punto mondiale e lo consacra il pilota più giovane della F1 ad andare a punti. Il resto è storia recente, con il passaggio alla Scuderia Toro Rosso nel 2008 come pilota ufficiale, fortemente voluto da Gerhard Berger.
>> Dopo la vittoria di Vettel a Monza, in Germania è il tripudio. Gli accostamenti con Michael Schumacher sulla stampa nazionale si sprecano, ma Peter ci va cauto.
“Non è corretto fare paragoni. Ci sono troppe variabili per poter dire se Sebastian sarà un pilota di successo e ripetere la carriera di Michael. Se dovessi basare il mio giudizio sulle caratteristiche individuali di Sebastian, non esiterei per un istante a dire che avrà una carriera lunga ricca di successi. Purtroppo ci sono tanti fattori che possono giocare contro: certamente dovrà essere nel team giusto al momento giusto per poter vincere. Poi diventare sette volte Campione del Mondo, questa è un’altra storia!”
>> Una cosa su cui Peter ha qualche certezza in più, è l’entusiasmo che il successo di Vettel susciterà in Germania anche nei confronti del karting.
“Recentemente parlavo con Michael proprio di questo. Tutti e due ci auguriamo che questo avvenga, un po’ come accadde quando lui vinse in Formula 1 negli anni ’90. Il successo di Sebastian sarebbe fondamentale per il motorsport tedesco.”
>> C’è un episodio di Sebastian ai tempi del karting che ricordi più volentieri?
“Ce ne sono tanti. Sebastian è sempre stato un ragazzo molto simpatico e semplice. Un episodio curioso è quello del ’96/’97, non ricordo con esattezza, comunque a Parma. Sebastian era molto piccolo, e mi chiese se poteva andare sotto la tenda Tonykart a dare uno sguardo. Chiesi a Roberto Robazzi se era possibile, spiegando che avevo un giovane pilota molto curioso e interessato, e il risultato fu che Sebastian trascorse due giorni con Davide Foré e il suo meccanico Simone, aiutando a pulire il kart e facendogli da aiutante. In quel weekend Sebastian ha vissuto come mascotte dei piloti Tony, tutti si erano affezionati a lui.”